di Arianna Bertulli
Dopo un inizio virtuale della cooperazione in tempo di pandemia, finalmente Fomal e Koning Willem I College, un istituto professionale del sud dei Paesi Bassi, si sono incontrati. Sei tra ragazzi e ragazze e due docenti olandesi hanno collaborato con altrettanti ragazzi italiani delle classi seconde. In questo primo scambio la scuola ospitante è stata il Fomal, ma è già in progetto un secondo viaggio a novembre, questa volta però saranno gli italiani a sorvolare quasi tutta l’Europa per un’esperienza formativa di tre settimane nell’istituto olandese.
Obiettivi
L’obiettivo principale di queste tre giornate è stato quello di sensibilizzare e trasmettere ai ragazzi alcuni dei “Global Goals” – conosciuti anche come Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contenuti in un grande piano d’azione dell’ONU. Sviluppo sostenibile significa condividere idee e conoscenze, unire le forze e lavorare insieme per migliorare la vita di tutti rispettando e proteggendo il pianeta.
Sono obiettivi comuni su un insieme di questioni fondamentali per lo sviluppo e per il benessere, per migliorare le nostre condizioni di vita senza distruggere o danneggiare irrimediabilmente le risorse per chi verrà dopo di noi, l’obiettivo è quello di incoraggiare tutti ad agire a livello globale per la loro realizzazione, raccogliendo e mettendo a disposizione una grande varietà di forze, conoscenze e risorse. Ciò permette di costruire alleanze che lavorino per avere società più prospere, più giuste e più eque.
Nel loro piccolo, questi due istituti hanno deciso di lavorare in sinergia per insegnare ai ragazzi il potere della collaborazione, del conoscere ed apprendere cose nuove, metodi diversi, l’importanza delle lingue e il potere della comunicazione, l’ospitalità verso altri popoli che dona esperienze significative e molto arricchenti. Il più grande obiettivo è quello di insegnare ai ragazzi che, dove ora ci sono confini, limiti fisici e mentali, è più facile e utile a tutti costruire ponti piuttosto che muri.
Oltre a migliorare il loro inglese, facendo pratica, e apprendere una serie di competenze trasversali legate al lavoro di squadra, come il team building e l’inclusione, il messaggio diretto che ha raggiunto i ragazzi è stato mandato attraverso i contenuti dei laboratori basati su alcuni principi fondamentali quali: il rispetto del cibo, l’evitare lo spreco, il riutilizzo creativo degli scarti, il tener conto dell’impatto ambientale delle materie prime che si utilizzano, l’impiego di prodotti locali e stagionali, la tutela delle ricette tradizionali…
La prima giornata
Durante la prima giornata, ai ragazzi e alle ragazze, divisi in coppie miste italo-olandesi, sono stati assegnati obiettivi diversi, 5 portate, tutte ricette tradizionali che hanno origine dalla cultura povera dei contadini, i quali non potevano permettersi sprechi e che avevano a disposizione solo le materie prime semplici ed essenziali delle loro terre.
Gli studenti si sono divertiti molto durante le preparazioni, anche le due professoresse chef, una italiana e una olandese, tra un consiglio e un’indicazione ridevano con loro, in un clima di lavoro e apprendimento piacevole e rilassato.
Ognuno di loro ha ovviamente il suo carattere e le sue timidezze, ma chi più e chi meno, tutti hanno comunicato con i compagni stranieri, alcuni inizialmente perché costretti dal dover riuscire a cucinare una ricetta ma poi anche perché incuriositi da una cultura diversa dalla propria, e a fine giornata, dopo aver lavorato insieme, non c’erano più imbarazzi o diversità, si era tutti uguali, compagni di una brigata di cucina. Il “fare insieme” è un linguaggio universale che unisce, ma in questo caso anche l’inglese ha aiutato, non era del tutto assente il rischio che questa “lingua di mezzo” potesse trasformarsi in un vincolo, tuttavia è stato certamente uno strumento utilissimo per comunicare, e poi, quando non si conoscono le parole… ci si spiega con i gesti!
Dopo il “duro” lavoro in cucina e in sala bar, i ragazzi hanno allestito un piccolo buffet e abbiamo pranzato tutti insieme, anche questo è stato un bel momento conviviale per fare comunità, e condividere il cibo che altrimenti sarebbe avanzato con le altre classi che avevano lezione nella struttura. I ragazzi hanno poi scoperto un altro elemento che accomuna i due paesi, sia in Italia che in Olanda il momento peggiore è quando si deve pulire tutta la cucina, anche se alla fine, facendolo tutti insieme, non lo ammetteranno mai, ma si sono divertiti.
La seconda giornata
La seconda giornata è iniziata più lentamente, la stanchezza del viaggio e di tutte le attività nuove che riempiono le giornate inizia a farsi sentire soprattutto per le ragazze olandesi, ma, una volta ingranata la marcia, torna il clima solare e scherzoso di ieri.
Oggi la classe non è tenuta da una chef ma da una tipica sfoglina bolognese, anche lei insegnante di cucina del Fomal. Le sfogline sono figure antiche della cultura bolognese, sono le donne che preparano la pasta fresca in casa e poi la stendono a mano col mattarello. Loro sono le custodi della tradizione culinaria, dei segreti della cucina tipica di questo territorio, tecniche che si tramandano attraverso il fare e ricette antiche si trapassano oralmente tra le generazioni.
Ecco perché, invece del foglio con scritte le ricette come ieri, ai ragazzi oggi è stata data carta e penna per prendere appunti da ciò che osservavano.
Qualche antipasto tipico del territorio, quattro prime portate peculiari di questa provincia, l’immancabile piadina e per concludere un ciambellone al cacao, sono stati il ricco buffet con cui ragazzi e docenti hanno festeggiato la conclusione della seconda giornata di lezioni al Fomal, progettando già cosa visitare insieme nel pomeriggio.
La terza giornata
L’ultima giornata si è conclusa con una “Skills competition” una sfida di abilità tra squadre miste italo-olandesi, ecco perché possiamo dire senza sembrare troppo retorici che, a parte il punteggio, ha vinto la collaborazione e la cooperazione. “Un’unica grande squadra” Irene Lucisano, una delle responsabili dell’area internazionale del Fomal, ha definito il gruppo di ragazzi nel discorso finale e si è detta estremamente soddisfatta dell’esperienza. Le tre squadre sono state accompagnate in cucina da uno chef e in sala da un professore di bar che hanno consigliato e aiutato i ragazzi nelle preparazioni di un menù da 4 portate usando gli ingredienti della mistery box e abbinando a ciascun piatto un cocktail da loro ideato e scelto per esaltare i sapori. La gara si è svolta mettendo in pratica gli insegnamenti di non spreco e riutilizzo appresi nelle lezioni delle giornate precedenti, le ricette portate hanno spinto i ragazzi a sperimentarsi con accostamenti e preparazioni che non avevano mai provato, quasi tutti hanno definito queste prove sfidanti ma per questo molto entusiasmanti soprattutto perché non erano soli ma potevano contare sui loro compagni di squadra. Alla fine la giuria ha decretato il gruppo di vincitrici, le ha premiate, ha consegnato a tutti un attestato di partecipazione e dopo le foto di rito i ragazzi olandesi sono usciti per proseguire la loro scoperta di Bologna, sempre accompagnati dai compagni italiani. Tutti si sono divertiti e si sono messi in gioco spinti certamente dallo spirito di competizione ma soprattutto da quello di squadra che con il passare dei giorni si è rafforzato. I ragazzi hanno dimostrato tanta voglia di fare e tanto coinvolgimento in questo progetto che per ora è solo a metà… tra qualche mese si proseguirà in Olanda!